Redentore Salesiani Bari
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Redentore Salesiani Bari

Quando il 24 aprile 1900 don Michele Rua, primo successore di don Bosco e Rettor Maggiore dei Salesiani, venne a Bari per decidere dove fondare la casa salesiana, indicò al canonico Bux, barese e benefattore del terreno, accompagnato dal suo ingegnere di fiducia Pietro Tramonta, futuro primo salesiano cooperatore di Bari, un luogo molto periferico e di aperta campagna, lontano dal centro, suscitando la preoccupazione e lo stupore e del canonico. È noto come don Bux volesse donare un terreno più centrale corrispondete all’odierna via Sparano, ma don Rua passando nell’attuale quartiere Libertà, fece fermare la vettura e discesero tutti e tre.  Don Rua si guardò intorno e poi disse:

  • «Canonico, comperi qui il suolo e faccia qua fabbricare la casa e la chiesa».
  • «Ma Signor don Rua, qua siamo troppo fuori dall’abitato, qua nessuno verrà a visitarci e l’opera fallirà».
  • «Non tema, Canonico, comperi qua il suolo; innalzi qua l’Istituto e il tempio: qua un giorno sarà il centro di Bari».

La memoria di questo episodio è stata scritta dall’ingegnere Tramonta, e fu consegnata dal figlio primogenito, illustre magistrato, che la regalò successivamente al Direttore dei Salesiani. I primi di settembre del 1905 i salesiani, con il direttore don Giovanni Garagozzo, iniziarono le attività dell’opera salesiana Redentore come orfanotrofio. Forti di questa visione, il Redentore è al centro del quartiere Libertà di Bari: quartiere popolare, giovanile e multietnico. Un contesto adatto per compiere l’unica missione salesiana: educare ed evangelizzare promuovendo il protagonismo giovanile.

L'ispirazione salesiana come modello educativo per i nostri ragazzi

Lettera dell'ispettore salesiano

Carissimi amici,

collaboratori e corresponsabili della entusiasmante Missione Salesiana in un’opera bella e complessa come quella di Bari, è con piacere che, invitato dal vostro direttore, don Francesco Preite, rivolgo a voi tutti un saluto e un augurio ringraziandovi per il bel lavoro svolto in modo sinodale nell’essere riusciti ad elaborare il PEPS dell’intera Casa di Bari.

Come ben sapete, non basta condurre una missione, occorre avere una visione nel viverla. È questa la consapevolezza che guida gli sforzi comunitari perché la propria CEP possa dotarsi di un Progetto Educativo Pastorale Salesiano (PEPS).

Giungere alla approvazione, non è  però un punto di arrivo. E’ piuttosto una tappa intermedia che permette di assaporare il frutto del lavoro svolto comunitariamente e al tempo stesso è un rilancio per continuare a camminare con maggiore entusiasmo a partire da una visione condivisa della missione.

Il PEPS che avete prodotto non è un documento monolitico, intoccabile, quanto piuttosto una carta di navigazione che necessita di continui aggiustamenti di rotta, un  cammino non facile che nella vita cerca la sua validazione più efficace e nella vita stessa ritrova le correzioni necessarie.

Allora buon cammino a voi, con il desiderio di  continuare nella vita quotidiana quei processi di discernimento e di dialogo, di confronto e di verità che hanno portato a elaborare questo documento. Sia proprio il discernimento comunitario la “approvazione” veramente necessaria che trasformi il progetto in vita, le aspirazione di bene in opere di amore per i giovani che incontrate quotidianamente.

Grazie a tutti e a ciascuno per quanto di bello vorrete fare per servire tutti i giovani e in particolare quelli più bisognosi delle nostre attenzioni educative.

Maria Ausiliatrice e don Bosco alimentino in voi l’entusiasmo della fede per poter operare secondo il cuore di Dio

Con gratitudine

Napoli, 19 ottobre 2020

L’Ispettore Salesiani Italia Meridionale

don Angelo Santorsola

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