Su questa idea costruisce una forma nuova di oratorio, definibile con le sue stesse parole: “In generale l’Oratorio era composto di scalpellini, muratori, stuccatori, selciatori, quadratori e di altri che venivano di lontani paesi”.
Don Bosco ha chiara la situazione dei giovani della sua epoca: analfabetismo, disoccupazione, povertà, emarginazione e problemi con la giustizia, una realtà difficile alla quale far fronte sotto molteplici aspetti e per questo oltre all’organizzazione di ospizi per chi non ha neanche un abito da indossare, propone una nuova versione di apprendistato per giovani artigiani, dopo aver sperimentato il mondo dei contratti con i datori di lavoro e la scuola tecnica: grandi laboratori di sua proprietà nei quali l’istruzione andava di pari passo con la produzione, luoghi in cui i giovani potessero formarsi e diventare cittadini imparando un mestiere senza trascurare la cultura generale.